
Questo saggio, pubblicato nel 1954, esplicita ulteriormente il progetto teorico hjelmsleviano, rendendolo più rispondente alle esigenze di una semiotica generale. Mentre nei Fondamenti della teoria del linguaggio Hjelmslev orienta progressivamente la teoria verso un oggetto più ampio di quello costituito dalle lingue e nel Résumé ne definisce meglio la specificità, qui ne approfondisce la struttura. La semiotica glossematica ricentra così l’attenzione sulle componenti iletiche del segno e del senso, procedendo da una premessa epistemologica universale a un modello di segno e di semiotica ben definiti, non lasciandosi inscrivere in un formalismo esclusivamente logico e prospettandosi, invece, come morfologia del senso. Nella sua introduzione Cosimo Caputo presenta questo libro con il titolo La stratificazione come architettonica della semiotica.
Louis Hjelmslev (1899-1965), figura fondamentale, ma a lungo poco nota, della linguistica strutturale europea, ha legato il suo nome soprattutto alla teoria glossematica. Si formò all’Università di Copenaghen, dove fu allievo di Holger Pedersen, laureandosi nel 1923. Studiò quindi a Praga (1923-1924) sintassi indoeuropea e persiano antico con Josef Zubatl e a Parigi (1926-1927) seguì le lezioni di linguistica generale e filologia slava di Antoine Meillet e Joseph Vendryes, entrando in contatto con la cultura linguistica che, insieme alla tradizione danese, doveva esercitare su di lui la maggiore influenza. Nel 1931 promosse la fondazione del Circolo Linguistico di Copenaghen e nel 1939 fondò (con Viggo Brondal) la rivista di linguistica strutturale “Acta Linguistica”. Dal 1934 insegnò linguistica comparata prima all’Università di Aarhus e dal 1937 all’Università di Copenaghen. Della sua opera sono stati pubblicati in italiano: I fondamenti della teoria del linguaggio (1968), Saggi linguistici (2 voli., 19881991); Principi di grammatica generale (1998); La categoria dei casi (1999); Teoria del linguaggio: Résumé (2009).